sabato 18 aprile 2020

25 Aprile 2020 ore 17:00 Riprendiamoci la nostra libertà!


Con questo grido invitiamo tutti coloro che vogliono essere LIBERI!
Liberi di andare dove gli pare come da costituzione, che non vogliono più subire questa continua violazione psicologica tramite mainstream, che si oppongono ad ogni forma di violenza e regime dittatoriale, che non vogliono più subire le prepotenze del governo tramite vessazioni, che rifiutano ogni tipo di violazione della privacy per mezzo di video accusatori e spionaggio da parte di vicini di casa e o abitazione.
Siamo quella parte d'Italia che non si arrende, quella parte della popolazione che non è più succube di mainstream e continue violenze psicologiche, quella parte di popolazione che vuole chiarezza e verità da parte di veri esperti e non dai soliti noti virologi di poco conto e task force inadeguate.
Noi come popolo non riconosciamo il presidente del consiglio Conte, un presidente non eletto e scelto abusivamente contro il volere del popolo e quindi riteniamo nulli i suoi decreti incostituzionali, di regime dittatoriale in nome di un virus che probabilmente è già stato debellato.

In questi 2 mesi siamo passati da una chiusura precauzionale di 20 giorni a una vera dittatura con conseguente fallimento economico, sociale e relazionale. Siamo dentro al più grande esperimento politico di terrorismo psicologico di massa su larga scala mondiale e i popoli di alcuni paesi come Brasile, Belgio, America-Michigan, Ucraina, Germania-Berlino e molti altri si stanno ribellando scendendo in strada ed esprimendo il loro dissenso a questo regime dittatoriale mascherato da lockdown!
Ora più che mai il mondo aspetta un messaggio forte e chiaro anche dal nostro paese, dobbiamo farlo per noi stessi, per i nostri figli, per la nostra libertà e per il nostro futuro!
Prepariamoci senza violenza, SCENDIAMO IN STRADA con cartelloni e manifesti, con fischietti e megafoni, con le auto e clacson, senza nessun simbolo politico perché ricordatevi che i politici ci hanno tradito!
Uniamoci sotto il nostro tricolore per amore nostro e del nostro paese, tutti uniti italiani e stranieri come un unico popolo, un popolo sovrano!
esiste una chat nazionale "25 aprile ORE 17:00 scendiamo in strada" attiva su telegram https://t.me/scendiamoinstradail25aprile

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Condividete questo messaggio OVUNQUE e ...ci vediamo in strada il 25 Aprile 2020 alle ore 17:00 per la Nuova Festa della Liberazione Italiana!!!

giovedì 16 marzo 2017

Agricoltura: una piccola riflessione

Viviamo in una società caotica e dissociata dalla natura, per via di uno stile di vita fondato sull'individuo...un'individuo la cui attenzione è incentrata sull'affermazione di sé, sul profitto economico e sul possesso materiale.
Proprio grazie a questa condizione, tramite l'osservazione di se stessi e del mondo che ci circonda, possiamo accorgerci di quanto sia disarmonico vivere in una società che ha perso il collegamento con la natura; in ogni aspetto della nostra vita siamo mancanti di consapevolezza...e tale mancanza è ben evidente anche in campo agricolo e alimentare.
L'attività dell'agricoltore è vista e immaginata come un lavoro massacrante ma...in realtà non lo è affatto se siamo aperti agli insegnamenti della natura stessa...ci dirà lei come procedere al meglio se sapremo osservare.
Non di meno porta all'autosufficienza alimentare ed economica...una cosa molto importante visto che, se l'attività principale delle persone fosse quella di rendersi autosufficienti, almeno per quanto riguarda il cibo, si risolverebbe il problema della disoccupazione, della cementificazione e dell'inquinamento che imperversa sulla terra...oltre a rendere automaticamente la società stessa, autosufficiente!
Ogni centimetro di territorio sarebbe vitale, reso fertile, coltivato e curato con passione e saggezza proprio perché è la base della vita su questa terra!
....invece ci ritroviamo nell'ignoranza, chiusi in delle scatole di acciaio e cemento....ogni giorno usciamo fuori in una città innaturale e inquinata, montiamo in un'altra scatola di metallo motorizzata che ci porta a chilometri di distanza dentro un'altra scatola di cemento dove "lavoriamo" per ottenere un pezzo di carta a cui viene attribuito un valore.....tutto ciò è semplicemente folle!
Purtroppo l'agricoltura non è più un'attività quotidiana e personale come lo era in antichità; è stata trasformata in un lavoro come tanti, a scopo di lucro e, incentrato sulla massimizzazione delle produzioni ortive, mirando ad un'aumento dei profitti;
Questo modo di praticare l'agricoltura, guidato dalle richieste del mercato pilotate dalle multinazionali, dai media, dall'industria petrolchimica e dalla scienza che spesso tenta di comprendere l'insieme della natura esaminandone dei frammenti staccati dal contesto, ha portato a tecniche agricole che impoveriscono e sfruttano i terreni, invece di aumentarne la vitalità e la fertilità.
Si è perso di vista il fatto che, la natura è il nostro riflesso; non le manca niente che noi, in modo distaccato, potremmo aggiungere o migliorare!
Solo quando si è parte della natura e la osserviamo come si osserva il nostro volto allo specchio e la ascoltiamo come si ascolta un maestro, come ascoltiamo noi stessi, solo in quel caso svolgiamo il nostro ruolo e possiamo dare il nostro significativo contributo alla Natura.
La domanda da farsi quindi, al momento del riconoscimento del fatto che quel che stiamo osservando "fuori", siamo noi stessi, è: qual è il mio rapporto con la natura? che tipo di rapporto ho con me stesso??
...e forse,  tutto sarebbe diverso.


giovedì 17 novembre 2016

Un pensiero per le Api...

Dobbiamo occuparci della nostra vita ogni giorno....non occuparcene solo quando va tutto a puttane!
Se noi tutti lavorassimo per il nostro bene (il nostro bene è il bene di tutti e tutto) invece che lavorare per "cause di forza maggiore" e per un profitto economico/monetario, non saremmo a questi punti....in questa situazione, in cui c'è bisogno di "curare" e rimediare a gli errori commessi fin'ora!
Mi riferisco alla situazione in cui versa l'apicoltura oggi giorno!
Se alleviamo le api e, lo facciamo principalmente come attività lavorativa e lucrativa, saremo allora concentrati sui prodotti dell'apicoltura e sul guadagno che ricaviamo da essi, per far fronte alle spese del nostro vivere!
Ma questo approccio fa si che l'animale che stiamo "sfruttando" (si...perchè di sfruttamento si parla!) si indebolisca...vittima di una gestione che non considera il benessere dell'ape come una necessità assoluta che va mantenuto nel tempo ma, più come una convenienza nel breve periodo, per ricavare una maggiore produzione.

Quindi, secondo il mio punto di vista, l'approccio consapevole all'apicoltura mira a convivere con un animale in una reciproca partecipazione al benessere comune!
...per dirla più semplicemente: interessarsi alle api e all'apicoltura per mantenere vitale e forte l'essere ape (che ha un ruolo così determinante sulla natura) in una situazione selvaggia o semi selvaggia, così da poter noi beneficiare dei sui prodotti e lei, l'essere Ape, beneficiare del nostro interesse e stupore gioioso, nel conoscere questa creatura!!!

Con affetto

La'awiyah

venerdì 30 settembre 2016

PrimOlio, il Blog: Come si estrae l'olio di semi? Un articolo ne spie...

PrimOlio, il Blog: Come si estrae l'olio di semi? Un articolo ne spiega le varie fasi.: Pubblichiamo un nuovo contributo di Silvia Lazzari (Bläuel Greek Organic Products), che spiega, in modo semplice e divulgativo, come si estrae l’olio dai semi.
Come si estrae l’olio dai semi esattamente? Da qualsiasi seme? La maggior parte di noi sa che è un procedimento che produce sostanze sospette e poco sane, ma dopo la lettura di alcuni materiali specializzati, probabilmente non toccherete mai più olio di semi! Tra l’altro, avendo olio d'oliva ovunque a portata di mano, chi ha bisogno dell’olio di semi? 
La maggior parte degli oli di semi sul mercato sono ottenuti attraverso processi chimici e/o ad alta temperatura. I semi non contengono acqua. L'estrazione dell’olio è possibile solo attraverso solventi o applicando una pressione molto alta, che produce alte temperature. Questo causa un "danno da calore”, ovvero la creazione di composti indesiderati che alterano l'olio. Per avere un olio commestibile, questi composti indesiderati prodotti dal trattamento termico ed altre impurità presenti nel seme devono essere rimossi. L'olio viene quindi ulteriormente trattato, decolorato, deodorato attraverso vari trattamenti chimici e fisici per raffinarlo.
Tutti i dettagli in questo articolo li ho estratti dal libro "Fats that Heal, Fats that Kill" (Grassi che Curano, Grassi che Uccidono), di Udo Erasmus, un’esposizione molto completa e tecnica dei vari procedimenti di estrazione delll'olio di semi e le conseguenze in termini di perdita di valore nutrizionale e formazione di sostanze tossiche.
"Un sacco di cose strane capitano ai semi super-nutrienti fatti dalla natura sulla loro strada per ottenerne l’olio insapore che compriamo in un negozio. Le modifiche apportate dalla lavorazione hanno un impatto sulla nostra saluteL’elaborazione trasforma semi fragranti e saporiti in oli inodori, insapori e incolori che non si distinguono l'uno dall'altro. Gli unici oli che non subiscono questo genere di trattamenti sono gli oli di oliva vergini."
Pulitura e cottura 
Dopo essere stati puliti meccanicamente, i semi destinati alla spremitura meccanica vengono cotti fino a due ore. Essi possono essere ridotti in poltiglia prima della cottura per rendere questo processo più facile. Una temperatura media di cottura è 120°C. La cottura rende l’estrazione dell’olio piú semplice distruggendo le cellule che contengono l'olio di semi, ma provoca anche crepe o rotture nei semi ed espone i loro oli all’aria, iniziando un processo di deterioramento (irrancidimento).
Estrazione per Pressione Meccanica (Expeller) 
I semi cotti sono pressati meccanicamente in un expeller.... La pressione generata nella testa di una pressa expeller raggiunge diverse tonnellate per centimetro quadrato.
Il calore e la pressione espellono l’olio dai semi. Nelle presse giganti, il processo dura pochi minuti, di solito a temperature intorno a 85° a 95° C. A queste temperature, gli oli reagiscono con l'ossigeno 100 volte più velocemente rispetto che alla temperatura ambiente. Un forte deterioramento (irrancidimento) può aver luogo negli oli durante la pressatura.
L’olio esttratto in questo modo può essere filtrato, quindi imbottigliato e venduto nei negozi di alimentazione naturale e gastronomie, come naturale e non raffinato. Nella maggior parte degli impianti di estrazione però l’olio non é protetto da luce ed aria e la temperatura di pressatura è abbastanza alta da danneggiare gli acidi grassi essenziali [i grassi “buoni”] dell’olio.
Estrazione con solventi 
Più efficiente, ma meno sano, questo metodo estrae l'olio dai semi utilizzando solventi come esano o eptano (benzina) a 55 a 65°C, mescolati all’impasto di semi finemente triturati. Questi solventi chimici possono essere utilizzati anche per aumentare la resa in olio.
Una volta che la miscela olio-solvente è stata separata dal seme, il solvente viene fatto evaporare ad una
temperatura di circa 150°C.
Tracce di solvente possono rimanere negli oli estratti in questo modo.
Gli oli grezzi risultanti dai processi di estrazione a pressione o tramite solventi passano attraverso ulteriori stadi di elaborazione - degommatura, raffinazione, decolorazione, deodorizzazione - per arrivare allo status di oli raffinati.
Degommatura 
La degommatura rimuove I fosfolipidi, tra cui la lecitina, alcune gomme naturali, composti di tipo proteico, e carboidrati complessi. La lecitina viene isolata e venduta separatamente come un supplemento (che quindin paghiamo due volte). La degommatura rimuove anche clorofilla, calcio, magnesio, ferro e rame dagli oli raffinati. La degommatura è effettuata a circa 60°C con acqua e acido fosforico.
Raffinazione 
Durante il processo di raffinazione, gli oli sono mescolati con una base estremamente corrosiva, idrossido di sodio (NaOH), soda caustica o con una miscela di NaOH e di carbonato di sodio. La miscela viene agitata, poi separata.
La raffinazione elimina gli acidi grassi liberi, ma anche fosfolipidi, sostanze proteiche, e minerali vengono rimossi durante la raffinazione. La temperatura di raffinazione è di circa 75°C.
Decolorazione 
Gli oli vengono trattati con filtri, 'terra di Fuller', e/o argilla allo scopo di rimuovere i pigmenti - Clorofilla e beta-carotene.
Nel processo, altre sostanze naturali e policiclici aromatici vengono rimossi. La decolorazione avviene a 110°C, per 15-30 minuti. Durante la decolorazione si formano, perossidi tossici e acidi grassi coniugati.
Deodorizzazione 
La deodorizzazione è distillazione a vapore sotto pressione e sotto vuoto. Rimuove gli oli aromatici, gli acidi grassi liberi, e le molecole che conferiscono odori pungenti e sapori sgradevoli che non erano presenti nell'olio naturale prima della trasformazione.
La deodorizzazione avviene ad una temperatura elevata e distruttiva - 240 o 270°C - da 30 a 60 minuti. Una volta che l’olio viene riscaldato a temperature superiori a 150°C, gli acidi grassi insaturi diventano mutageni, il che significa che possono danneggiare i nostri geni. Sopra i 160°C, iniziano a formarsi gli acidi grassi trans-saturi.
Sopra i 200°C, si formano acidi grassi trans-saturi in quantità considerevoli. A più di 220°C, il tasso di produzione di acidi grassi trans-saturi aumenta in modo esponenziale.
La deodorizzazione rimuove alcuni dei perossidi prodotti durante la raffinazione e la decolorazione. I Tocoferoli (Vitamina E), i fitosteroli e alcuni residui di pesticidi e tossine vengono eliminati. L'olio ora è (finalmente!) insapore, e non può essere distinto da oli ricavati da altri semi che sono stati trattati in modo simile.
Alle alte temperature necessarie per la deodorizzazione, si formano molti isomeri innaturali degli acidi grassi insaturi.
Queste molecole modificate non sono presenti negli oli che si trovano in natura. Il nostro corpo non è ben attrezzato per gestirli.
Oli derivanti da tali processi sono carenti di vitamine e minerali.
Al supermercato 
Per prolungarne la durata, agli oli raffinati venduti nei supermercati possono essere aggiunti antiossidanti sintetici.
Questi sostituiscono gli antiossidanti naturali beta-carotene, e vitamina E che sono stati eliminati dalle varie fasi della raffinazione. Dell’antischiuma è anche aggiunto, e l'olio viene imbottigliato e venduto.
Si può passare attraverso un altro passo chiamato “winterizzazione”, nel quale l’olio viene raffreddato e filtrato ancora una volta per impedire che si intorbidisca quando viene raffreddato in frigo.
Silvia Lazzari
BLÄUEL: Pyrgos-Lefktrou, 24024 Messinia, Grecia. T: +30 27210 77711 / F: +30 27210 77590

domenica 17 gennaio 2016

Fitoalimurgia: alimentarsi con le Piante Spontanee Commestibili

Con l'avvento dell'agricoltura moderna, potremmo anche dire "scientifica", alla quale si affianca l'industria petrolchimica e tecnologica, si va sempre più perdendo di vista l'importanza dell'armonia che la natura esprime in se stessa.
L'agricoltura viene spesso praticata a solo scopo di lucro e, quindi, in base alle richieste del mercato pilotate dagli interessi economici delle multinazionali; di conseguenza molte risorse alimentari non sono più utilizzate ne tanto meno conosciute...come ad esempio le tante piante spontanee, commestibili e medicinali, presenti sul territorio italiano.
L'agricoltore moderno, come il moderno consumatore, spesso non conosce più di quello che gli è stato insegnato e, considera erbacce tutte quelle piante che non conosce o che intralciano le sue operazioni agricole.
Per quanto oggi molti agricoltori si stanno orientando verso un'agricoltura biologica, a me sembra che si faccia fatica ad adottare un metodo di coltivazione che si basi sull'osservazione della natura!....forse perché siamo persone che non sono state educate ad osservare, a comprendere, ma educate all'apprendimento...cioè educate a imparare quel che viene insegnato...e poco altro!
Inoltre i professionisti, agronomi e company, ragionano in termini di azoto, minerali, tessitura, spese e guadagni, ricavi e vendita; della natura non si interessano minimamente, dato che ne sanno poco o niente.
Quindi chi esce da una scuola di agraria o chi apre un'azienda agricola, conosce solo in metodo agricolo "classico" e, a volte neanche tanto bene; di conseguenza non c'è una consapevolezza ne una conoscenza di quelle che sono le piante che ci circondano e che fanno parte del nostro territorio...magari conosci il ciclamino, le calle e i giaggioli, ma non sai distinguere una cicoria da una lattuga!
Abbiamo perso di vista il fatto che la natura è parte di noi e in un certo qual modo è qui per "servirci"; la natura ci da tutto quello di cui abbiamo bisogno, chiedendo in cambio solo la nostra attenzione e partecipazione! Invece noi agiamo contro la natura e sfruttiamo un terreno come fosse un mero substrato inerte, per ricavarne un prodotto da vendere....
Le Piante spontanee, sono solo una parte delle risorse alimentari e medicinali che la natura ci regala, senza che si debba muovere foglia; inoltre spesso le erbe spontanee hanno molteplici proprietà e consumarle non vuol dire solo nutrirsi, ma significa anche curarsi e rinforzare il nostro organismo, dato che tali piante hanno un potere eccezionale, sicuramente superiore a qualsiasi integratore o ricostituente di sintesi!
Un'alimentazione che integra nella dieta tutte quelle erbe spontanee commestibili che troviamo sul territorio, oltre che salutare è anche utile a ricostruire un collegamento più intimo fra uomo e natura...è culturalmente importante non solo per quel che riguarda la salvaguardia della flora mediterranea ma anche per quel che riguarda la conoscenza della natura da parte dell'individuo; interessarsi alle erbe spontanee è sicuramente il primo passo necessario a far tornare nelle nostre cucine, tutte quelle piante che sono andate in disuso col tempo, per via del distacco che c'è stato anni fa fra le persone e la terra!....la gente è stata ingannata, portata via dai campi e trapiantata in fabbrica!
Anche l'educazione ha fatto e continua fare la sua sporca parte, dato che a scuola quando si parla di nutrizione si parla spesso di calorie, di vitamine, proteine e minerali contenuti negli alimenti ma, non viene speso tempo a parlare delle piante che mangiamo...molte persone non saprebbero riconoscere le piante di uso comune che troviamo anche al supermercato, se la vedessero in un campo incolto o in un prato o bosco!
Penso che la conoscenza delle piante che ci circondano, in special modo quelle commestibili e medicamentose oltre a quelle tossiche e velenose, sia di fondamentale importanza; è un'argomento che andrebbe insegnato già dall'asilo, per quanto mi riguarda! Ma qui si va ad affrontare un discorso...o un problema se vogliamo, molto profondo...magari lo affronterò in un altro momento!

Adesso vediamo qui sotto le più comuni erbe spontanee commestibili, tipiche della macchia mediterranea. Ne ho inserite alcune e altre le inserirò appena potrò!
Per conoscere le proprietà medicinali delle erbe, iniziare a conoscerle ed accertarvi del corretto uso e delle eventuali controindicazioni potete consultare questi siti web:
 www.erbeerimedinaturali.com - www.actaplantarum.org - www.erbeofficinali.org
Ricordo ai lettori che le informazioni riportate in questo post non sono da considerarsi come consiglio ne tanto meno come indicazione medica e/o nutrizionale.
Fate le vostre ricerche, cercate informazioni e se ne avete la possibilità rivolgetevi a qualcuno che già conosce e raccoglie erbette, radicchio di campo eccetera ;) probabilmente vi insegnerà molto di più di una foto e alcune parole scritte su di un libro!
Prima di mangiare qualcosa, dobbiamo sempre controllare di aver riconosciuto esattamente la pianta, conoscere le sue proprietà e le eventuali contro-indicazioni generiche o specifiche che siano!!!
Molte sono le ricette che possono essere preparate con le erbe che vado a elencare.....io vi do solo un accenno di quel che è l'uso più comune e che conosco....stessa cosa per quel che riguarda l'uso erboristico e fitoterapico delle piante citate.

Tarassaco (Tarassacum officinale)
Le sue foglie amarognole sono depurative, ottime quando giovani, consumate crude in insalata; da raccogliersi preferibilmente nel periodo in cui non è presente il fiore.
I boccioli floreali ancora chiusi si possono mettere sotto sale come i capperi. 






Piantaggine Lanceolata (Plantago Lanceolata) - Piantaggine maggiore - Piantaggine minore

Si possono consumare le foglie tenere e giovani, crude in insalata,  magari assieme ad altre erbe, oppure possono essere cotte al vapore e utilizzate come si farebbe con degli spinaci ad esempio...
Si può raccogliere in primavera e fin quando non è fiorita. Le viene attribuito un potere curativo grandissimo ;)





















Acetosella (Oxalis acetosella)
Le foglie sono piacevolmente agre; da consumarsi in piccole quantità assieme ad altre erbe perché contiene acido ossalico, il quale in grandi quantità può risultare tossico; non consumare assieme ad Acetosa (rumex acetosa) e Farinello comune (Chenopodium album) dato che anch'esse contengono acido ossalico.









Crescione dei campi (Cardamine Hirsuta)
Ottimo crudo in insalata, si raccoglie in primavera, prima della fioritura. Comune in terreni fertili e umidi.


Borsa del pastore (Capsella bursa-pastoris)
Ottimo radicchio di campo con proprietà antiemorragiche; Da consumare crudo in insalata, ripassato in padella, o lessato. Ha un sapore simile al crescione. Si può trovare facilmente nei prati, nei campi incolti.
Va raccolto quando non è ancora fiorito.







Cicerbita- Grespino comune - Cardedda (Sonchus oleraceus)
La cicerbita è una pianta tanto infestante da crescere perfino sull'asfalto dei marciapiedi e dei bordi stradali; può capitare di trovarla anche su vecchi muri a mattoni o a pietra e sui muri a secco (solitamente in questi casi ha un colore più scuro, tendente al rosso, il che le da un aspetto rugginoso).
Nei prati e nei campi possiamo trovarla facilmente, sia in terreni poveri e asciutti che in zone più fertili e umide. Le foglie tenere di una pianta giovane sono squisite in insalata, ma le piante un po' cresciute e più coriacee e meglio mangiarle lesse, rifatte in padella con aglio olio e sale o addirittura in una zuppa, un minestrone di verdure e/o legumi. Si può consumare solo quando la pianta non è fiorita!


Portulaca - (Portulaca oleracea)
Della portulaca, detta anche porcellana, si possono utilizzare le foglioline!...crude in insalata, o possiamo farci una frittata, altri la usano assieme alle erbette di campo per preparare ripieni per ravioli, torte salate, oppure in zuppe di verdure! Contiene omega 3 e viene utilizzata da tempo immemore come rimedio naturale per curare diverse patologie. E' una pianta infestante dei campi coltivati, specie se compatti e soleggiati.



Farinello Comune (Chenopodium album)
Detto anche farinaccio, è un cugino dello spinacio; si riconosce facilmente per via della tipica polvere cerosa di colore bianco argenteo o bianco sporco tendente al giallo, che ricopre le foglioline più giovani. Anche la forma particolare delle foglie facilita il riconoscimento di questa pianta che può diventare veramente grande... alta fino a 2 metri e con diametro di 1 metro! In ogni caso è bene raccogliere solo le foglie giovani, chiare e tenere e solo dalle piante che, per quanto grandi, non sono ancora in fiore; si consumano lesse, condite con sale, olio e spezie a pacere...aglio, pepe, peperoncino....io le trovo veramente buone anche da usare come ripieno di ravioli e torte salate! Contiene acido ossalico quindi non va combinato con piante come l'acetosa (rumex acetosa) e l'acetosella (Oxalis acetosella) dato che anch'esse contengono acido ossalico e, non va consumato in quantità eccessiva!


25 Aprile 2020 ore 17:00 Riprendiamoci la nostra libertà!

Con questo grido invitiamo tutti coloro che vogliono essere LIBERI! Liberi di andare dove gli pare come da costituzione, che non vogliono ...